Mentre due secoli fa il corsetto assoggettava la donna all’ideale di bellezza femminile imposto dagli uomini dell’epoca, trasformando l’indumento in una rappresentazione fisica della sottomissione di genere, nel corso della storia l’oggetto è stato purificato del suo significato negativo e trasformato in un simbolo di emancipazione e ribellione, una vera e propria rappresentazione dell’empowerment femminile: la donna contemporanea col corsetto è una donna sicura di sé e del proprio corpo, pienamente conscia della sua sensualità e delle sue forme che non vuole contenere o modificare, bensì esaltare e valorizzare.

Da oggetto di costrizione a strumento di seduzione femminile

Inizialmente corto fino alla vita poi, da fine Ottocento, lungo in modo da avvolgere anche una parte dei fianchi, il corsetto ha rappresentato un vero e proprio strumento di tortura per le sventurate che lo indossavano: comprimeva gli organi interni e deformava il fisico,
alterando in modo profondamente invasivo la struttura del corpo, tanto da far passare alla storia questi indumenti intimi con il nome di “gabbia di Venere”.

Le donne che lo indossavano erano, infatti, spesso soggette a svenimenti e problemi digestivi poiché le stecche del bustino, utili a rendere il diametro della circonferenza della vita non più largo di 40cm, soffocavano la capacità polmonare deformando la gabbia toracica e spingevano le viscere in basso in una posizione estremamente innaturale.

Ma all’epoca si faceva di tutto per salvare l’apparenza ed ostentare benessere, dunque i diabolici corsetti venivano anche impreziositi dai più variegati materiali, dal più classico cotone fino a tessuti ricercati quali seta, damasco, broccato e decorati con preziosi ricami e pizzi finemente lavorati.

Nei primi anni del Ventesimo secolo, la rivoluzione della moda sconvolse il modo di concepire questo indumento: il capo di lingerie non scomparve dall’armadio della donna ma mutò nella sua forma, introducendo nella sua composizione elementi elastici per poi trasformarsi nell’antenato del moderno reggiseno.

[widgetkit id=”44″]

Con l’avvento del Punk e del New romaticism del tardo 1900, corsetti e bustini vengono riesumati dall’oblio in cui la moderna brasserie li aveva relegati, rinascendo come veri e propri capi di abbigliamento e diventando simbolo di seduzione e fascino retrò.

Ed oggi, nel Ventunesimo secolo, il corsetto sta vivendo una seconda vita. La moda è riuscita è stravolgere il valore simbolico di questo capo di biancheria intima dalle connotazioni seducenti ma, allo stesso tempo, perturbanti.

La corsetteria C.ALLA

I capi di C.ALLA Lingerie vogliono proprio essere questo: la perfetta cornice per donne consce della propria personalità e del proprio valore in quanto tali.
Capi tailor-made e collezioni dal fascino fiabesco calzano il corpo femminile in modo sensuale, rendendo ogni curva una linea sinuosa.

[widgetkit id=”45″]